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17 Novembre 2015

Bilancio degli incidenti stradali: le politiche europee, italiane e regionali

Le prime proiezioni sulla riduzione del fenomeno degli incidenti stradali dell’anno 2015 sembrano confermare un rallentamento nel miglioramento della sicurezza stradale: si configura al momento anche una inversione di tendenza e l’obiettivo europeo di ridurre un ulteriore 50% entro il 2020 appare quasi impossibile da raggiungere.
Questo accresce l’importanza e l’urgenza di una nuova fase della lotta alla incidentalità.
Lo studio mira a realizzare un bilancio della sicurezza stradale con gli obiettivi di capitalizzare i risultati positivi, individuare gli insuccessi e le maggiori criticità, per poi rilanciare nuove strategie e politiche di miglioramento del settore. Condividere gli obiettivi di miglioramento della sicurezza stradale fra le forze politiche, la collettività e le associazioni è sicuramente importante ed imprescindibile in una società civile. La ricerca ha lo scopo di mettere in evidenza come l’investimento in sicurezza stradale comporti un rendimento altissimo sia nel breve che nel medio e lungo periodo. Il lavoro ha posto in evidenza come in Italia non tutti i territori regionali sono in egual modo sensibili, coerenti negli interventi e proattivi. In alcune regioni la riduzione di morti e feriti è stata particolarmente alta; in altre regioni si è invece mantenuto praticamente costante il fenomeno e questo ovviamente stride fortemente con gli obiettivi italiani ed europei che richiedevano una riduzione del 50% nel decennio 2001-2010 rispetto al dato nell’anno 2000. Il dimezzamento dei decessi è stato ribadito anche per il decennio 2011-2020 con riferimento all’anno 2010. Infine in altre regioni ancora non si è osservata nessuna riduzione o stabilità del fenomeno, purtroppo una preoccupante crescita del fenomeno. Questi divari anche significativi in Italia hanno stimolato la ricerca per capire quali sono gli elementi di incoerenza fra le regioni; intuire se vi sono territori più sensibili e proattivi, stimare il danno ulteriore di questi divari. Oltre ai tanti costi umani e sociali della incidentalità stradale, anche dal punto di vista economico i conti sono molto significativi e indicano con chiarezza la strada da seguire. In Italia nell’ultimo decennio sono stati stanziati fondi destinati agli interventi di miglioramento della sicurezza stradale pari a circa 137 milioni di Euro nell’ambito dell’attuazione del PNSS. Nel solo anno 2013, se in tutte le regioni si fosse registrata una riduzione del fenomeno pari a quella delle regioni più sensibili e virtuose, si sarebbero potuti evitare a livello nazionale costi sociali per circa 4,8 miliardi di euro. Seguendo lo stesso ragionamento per il periodo 2001-2013, avremmo risparmiato circa 27 miliardi di euro. Ovviamente lo studio ha anche valutato quelli che sarebbero stati i maggiori costi se tutte le regioni, anche quelle molto virtuose, avessero avuto riduzioni ridotte come le regioni poco sensibili e poco proattive. Nel solo anno 2013 si sarebbero avuto costi aggiuntivi per circa 3,9 miliardi di euro; nell’intero periodo 2001-2013 questi costi aggiuntivi sarebbe stati poco al di sotto dei 70 miliardi euro.