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24 Gennaio 2014

La mobilità nelle province delle Dolomiti

Nel 1992, anno in cui per la prima volta, a livello globale, durante la Conferenza di Rio, si è iniziato a parlare di mobilità sostenibile, il tema della sostenibilità veniva affrontato solo in termini di tutela ambientale, senza cogliere le positive esternalità sulla qualità della vita e sulle le prospettive di rilancio dei territori. Negli anni, tuttavia, questo scenario è cambiato e la sostenibilità ha acquisito un valore intrinseco. I luoghi sostenibili rappresentano oggi una meta privilegiata, un volàno per il rilancio del turismo, ambiti dove è più elevato il livello di qualità della vita. Il tasso di sostenibilità di un territorio dipende da una serie di indicatori, energia, rifiuti, ma anche trasporti. Migliorare la sostenibilità della mobilità significa incidere su molteplici aspetti: dalla salute (si pensi alle correlazioni fra inquinamento e malattie cardiovascolari o polmonari, o i danni prodotti dagli incidenti stradali) al turismo (l’accessibilità dei luoghi è elemento strategico per l’attrattività dei territori), alla tutela e salvaguardia del patrimonio naturale e storico-culturale. Non sono concetti astratti o obiettivi di principio, ma conseguenze di scelte concrete che le città, le regioni, le comunità montane possono adottare per migliorare gli indicatori della mobilità e della qualità della vita urbana. Al riguardo, in questo Paper, riprendendo gli indicatori utilizzati in recenti studi, si è cercato di analizzare le caratteristiche e le peculiarità della mobilità sulle Dolomiti in particolare: 1) Sicurezza stradale 2) Consistenza e ripartizione del parco circolante privato 3) Offerta di trasporto pubblico 4) Qualità dell’aria 5) Attività di contrasto delle violazioni stradali 6) Infrastrutture per la mobilità sostenibile.