La transizione energetica della mobilità verso la neutralità carbonica al 2050, scandita da numerose tappe intermedie (Agenda 2030), rappresenta una sfida complessa in cui il doveroso conseguimento degli obiettivi ambientali deve essere perseguito salvaguardando i fabbisogni del sistema economico e sociale, in un contesto in cui larga parte del pianeta è in piena fase di sviluppo ed è destinato a veder crescere rapidamente la domanda energetica. Agire rapidamente ma con discernimento sfruttando la transizione energetica per generare lavoro e sviluppo, significa riuscire ad avviare processi di decarbonizzazione contenendo i contraccolpi economici sul comparto industriale già fortemente provato dalla crisi economica indotta dalla pandemia da Sars-Cov-2. Il documento è finalizzato a richiamare l’attenzione politica sulle molteplici variabili dei processi evolutivi in atto, in particolare sull’interazione delle azioni adottate e sugli effetti inquinanti ed ambientali correlati alle possibili scelte di decarbonizzazione.
“La transizione energetica della mobilità deve essere ecorazionale, quindi sostenibile in chiave ecologica, economica e sociale”. Lo ha affermato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, aprendo oggi a Roma i lavori della 75a Conferenza del Traffico e della Circolazione. Il confronto istituzionale organizzato dall’ACI, al quale è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, è stato stimolato dai dati dello studio della Fondazione Filippo Caracciolo, intitolato “Per una transizione ecorazionale della mobilità automobilistica italiana”. Il documento è finalizzato a richiamare l’attenzione politica sulle molteplici variabili dei processi evolutivi in atto, in particolare sull’interazione delle azioni adottate e sugli effetti inquinanti ed ambientali correlati alle possibili scelte di decarbonizzazione.
Nasce l’Osservatorio permanente sull’evoluzione energetica per l’autotrazione.
ENI, SNAM, ENEL, ENEA, IM-CNR, CONFINDUSTRIA ENERGIA, UNIONE PETROLIFERA, ASSOGASMETANO, ELETTRICITÀ FUTURA, FCA, RSE, RIE, FONDAZIONE CARACCIOLO ACI
Mercoledì 18 aprile, primo tavolo tecnico a Roma: “Lo sviluppo tecnologico dell’autotrazione”.
“Quali energie muoveranno l’automobile?”
Il Rapporto raccoglie il parere dei massimi esperti nazionali e internazionali del settore. I prodotti petroliferi soddisfano ancora il 96% della domanda di mobilità, non solo su gomma, un dato, questo, che lascia presagire uno scenario in evoluzione di medio-lungo periodo, anche perché tutte le strategie istituzionali indicano, in prospettiva, un contributo decisivo da parte dell’elettrico. La sfida decisiva sarà negli investimenti in ricerca e sviluppo delle Case automobilistiche e nel progresso tecnologico, che aumenteranno sia l’efficienza energetica che la compatibilità ambientale della trazione.
La riduzione delle emissioni unitarie dei veicoli stradali, nella misura resa necessaria dagli obiettivi globali, potrà essere ottenuta solo da una forte innovazione nella trazione e nei combustibili: combustibili efficienti e alternativi (benzine e gasoli migliorati, biocombustibili, gas – compresso o liquefatto -, idrogeno, combustibili sintetici…), aumento di efficienza dei motori e del loro impiego nell’uso normale, mobilità elettrica in tutte le sue forme (dai veicoli ibridi ai “full electric”), sono alcuni degli elementi chiave per l’innovazione. Le soluzioni possibili sono diverse e, al momento, sono ancora oggetto di ricerca; è abbastanza evidente che, tenuto conto sia della radicalità di alcune delle soluzioni allo studio sia dell’importanza sociale ed economica del mercato dell’automobile e dei tempi necessari al ricambio, si tratterà di una “transizione” lenta e progressiva.
Il mercato dell’auto – pur nel quadro di una transizione energetica verso un’economia “low carbon” – vedrà, nel prossimo futuro, la convivenza necessaria di soluzioni diverse, anche con tempi diversi di introduzione. Varie considerazioni portano a questa conclusione; occorre tener conto che oggi non si vede una soluzione tecnologica che – da sola e subito – possa ottenere i risultati desiderati: troppe e troppo importanti le incognite; lunghi i tempi di realizzazione di quanto necessario a una introduzione di massa di sistemi innovativi; molto vasto e diversificato il mercato dei veicoli stradali, con necessità molto articolate. È anche evidente che, per raggiungere gli obiettivi citati, saranno necessari investimenti importanti, sia per le attività di ricerca e sviluppo che per le infrastrutture di supporto alle nuove forme di mobilità automobilistica e sarà quindi opportuno mantenere un contesto che giustifichi e motivi questi investimenti. Inoltre, per favorire lo sviluppo e l’ingresso sul mercato di tecnologie migliori, saranno opportuni interventi normativi o accordi di lungo respiro (quali, ad esempio, gli accordi che hanno motivato e accompagnato lo sviluppo di carburanti più efficienti e la definizione di limiti progressivi sulle emissioni inquinanti e sulle emissioni medie di CO2). Potrebbero infine essere valutati interventi di incentivo capaci di orientare le scelte del mercato e accelerare il ricambio.
Lo studio affronta la crisi petrolifera avvenuta negli anni 2000 per effetto delle contrazioni dell’offerta di greggio determinate dal cartello posto in essere dai produttori OPEC.