In una realtà a crescente tasso di connessione, l’informazione disponibile genera nuova consapevolezza, con consumatori maggiormente attenti e curiosi, che esigono da marchi e imprese la messa in atto strategie di sostenibilità la cui efficacia sia provata dalla considerazione delle condizioni reali di utilizzo. Lo sviluppo sostenibile non viene più percepito come rinuncia a comfort e benessere ma come un efficientamento della tecnologia capace di garantire gli stessi standard qualitativi con minore impatto ambientale e, preferibilmente, anche con un risparmio economico. In questo panorama risulta dunque interessante uno studio di casi reali di utilizzatori di veicoli elettrici raggruppabili per caratteristiche specifiche in cosiddetti cluster. Il tutto in un contesto in cui il tema delle Smart City è ormai argomento di grande interesse a livello nazionale ed internazionale correlato (a nostro modo di vedere, in modo imprescindibile) al concetto di sostenibilità, maggiore attenzione alla qualità ambientale, ottimizzazione delle risorse e maggior focus sui bisogni dei cittadini portano alla necessità di ripensare gli spazi urbani, con l’obiettivo da un lato di migliorare la qualità di vita delle persone e, dall’altro, di salvaguardare il nostro Pianeta.
La transizione energetica della mobilità verso la neutralità carbonica al 2050, scandita da numerose tappe intermedie (Agenda 2030), rappresenta una sfida complessa in cui il doveroso conseguimento degli obiettivi ambientali deve essere perseguito salvaguardando i fabbisogni del sistema economico e sociale, in un contesto in cui larga parte del pianeta è in piena fase di sviluppo ed è destinato a veder crescere rapidamente la domanda energetica. Agire rapidamente ma con discernimento sfruttando la transizione energetica per generare lavoro e sviluppo, significa riuscire ad avviare processi di decarbonizzazione contenendo i contraccolpi economici sul comparto industriale già fortemente provato dalla crisi economica indotta dalla pandemia da Sars-Cov-2. Il documento è finalizzato a richiamare l’attenzione politica sulle molteplici variabili dei processi evolutivi in atto, in particolare sull’interazione delle azioni adottate e sugli effetti inquinanti ed ambientali correlati alle possibili scelte di decarbonizzazione.
Nasce l’Osservatorio permanente sull’evoluzione energetica per l’autotrazione.
ENI, SNAM, ENEL, ENEA, IM-CNR, CONFINDUSTRIA ENERGIA, UNIONE PETROLIFERA, ASSOGASMETANO, ELETTRICITÀ FUTURA, FCA, RSE, RIE, FONDAZIONE CARACCIOLO ACI
Mercoledì 18 aprile, primo tavolo tecnico a Roma: “Lo sviluppo tecnologico dell’autotrazione”.
Il Rapporto fotografa i livelli di congestione e di incidentalità nei principali centri urbani, confrontando dati e statistiche a livello internazionale e individuando possibili soluzioni per colmare subito il gap che ci divide dall’Europa.
La combustione di tanto petrolio, gas e carbone, ha innalzato vertiginosamente il livello di emissioni di CO2 in atmosfera. I grandi della terra hanno adottato, pertanto, un protocollo vincolante con cui si sono impegnati a tenere sotto controllo il livello di emissioni di CO2, in diversi comparti energetici e industriali. C’è un grande assente: il settore trasporti.
La problematica convivenza tra le esigenze di mobilità di un’intera comunità urbana e la connotazione del suo centro storico rappresentano uno dei più rilevanti effetti indotti dalla trasformazione delle funzioni urbane conseguenti ai cambiamenti economici e sociali, a dispetto di una forma rimasta pressoché immutata. I centri storici delle città rappresentano pertanto il centro di una mobilità che rischia di essere sempre più congestionata. Gli effetti si sentono in termini di tempi di percorrenza, inquinamento acustico e ambientale.