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Sostenere la salute della Terra

Oggi, a Roma, la Fondazione Filippo Caracciolo e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco sottoscrivono un Protocollo d’Intesa di grande rilievo, che sancisce l’avvio di una collaborazione sinergica tra i due Enti nel campo della mobilità e dei trasporti, con il comune intento di concorrere alla tutela dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile.

Entrambe le Fondazioni ispirano la propria attività al principio etico universale della tutela del pianeta e, con l’accordo oggi raggiunto, si impegnano a contribuire concretamente per la ricerca e la implementazione di soluzioni che rendano la mobilità sempre più sostenibile, a vantaggio dell’ambiente, del clima, della natura e dell’uomo.

didascalia foto 1: da sinistra: Fabio Fabene, Arcivescovo di Montefiascone – Marco Colasanti, Presidente Fondazione Principe Alberto II di Monaco – Giuseppina Fusco, Presidente Fondazione Filippo Caracciolo di ACI – Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia

didascalia foto 2: da sinistra: Marco Colasanti, Presidente Fondazione Principe Alberto II di Monaco – Giuseppina Fusco, Presidente Fondazione Filippo Caracciolo di ACI

 

Le sfide della mobilità verso la neutralità carbonica

Articolo pubblicato su Rivista Onda Verde n.42 Luglio-Agosto

50° Anniversario della Giornata Mondiale della Terra

22 aprile 2020, le Nazioni Unite celebrano il 50° Anniversario della Giornata Mondiale della Terra (Earth Day). L’evento di sensibilizzazione alla tutela del Pianeta coinvolge ogni anno miliardi di persone, attraverso l’opera di settantacinquemila partner in 193 Paesi. All’Italia il compito di aprire le celebrazioni Mondiali dedicandole a Papa Francesco nel 5° Anniversario della Sua lettera Enciclica Laudato sì, che tanto ha contribuito a generare una consapevolezza mondiale sul Cambiamento Climatico alla vigilia dello storico Accordo sul Clima di Parigi (2015).

La Fondazione Caracciolo partecipa, con Francesco Ciro Scotto, alla maratona multimediale One People One Planet per il 50° anniversario dell’Earth Day, manifestazione all’interno della quale vi sarà un focus specifico dedicato al tema della transizione ecologica nell’automotive, con particolare riguardo all’inquinamento atmosferico da autoveicoli e motoveicoli, organizzato da Open Gate Italia e AIAGA – Associazione Italiana dei Fleet Manager, con la partecipazione e conduzione di Econometrica e del Centro Studi Promotor.

Oggi, in live streaming su villaggioperlaterra.it, nella fascia oraria 15:30-17:00, l’evento sarà aperto dal Presidente di Earth Day Italia, Pierluigi Sassi, e vedrà la partecipazione dei vertici delle più importanti associazioni del settore (UNRAE, ANFIA, Assilea, ANCMA) e delle associazioni di fleet manager nazionali e internazionali. Alla tavola rotonda interverranno il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Salvatore Margiotta e il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut. È previsto infine il contributo del presidente della FIA Jean Todt.

La maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet è integralmente trasmessa sul canale streaming Rai Play, con un palinsesto live di 12 ore (dalle 8 alle 20). Oltre a Rai Play e a numerosi programmi di Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai News e Rai Ragazzi, porteranno il loro contributo a questa staffetta mediatica: Vatican Media; TV2000; Radio Italia; NSL Crossmedial Studios; Rinnovabili.it, Lifegate.

 

 

SMART MOBILITY IN SMART CITIES

Il numero dei viaggiatori e la quantità delle merci trasportate sono in crescita in tutto il mondo; l’International Transport Forum (OECD) prevede che il traffico globale, tra il 2000 e il 2050, aumenti di tre o quattro volte. In questo quadro, le città stanno affrontando sfide difficili: già oggi si concentra nelle realtà urbane una larga parte della popolazione e della produzione, con le ovvie conseguenze negative su tutti gli indicatori del sistema dei trasporti (congestione, sicurezza, inquinamento, costi; la sola congestione costa l’1% del Pil nelle economie sviluppate e il 2-5% in quelle in via di sviluppo).
La situazione delle città italiane non è molto diversa: il 70 % degli spostamenti di ogni giorno è lungo meno di 10 km e il 50% avviene all’interno dei comuni. Inoltre, il 70 % degli incidenti avviene in ambito urbano e lì si verifica gran parte dei problemi di congestione e di superamento delle soglie di qualità dell’aria
L’approccio alla soluzione dei nuovi problemi deve quindi essere innovativo: non si può rispondere alle nuove esigenze con la sola “politica dell’offerta di infrastrutture tradizionali”; occorre invece ripensare la mobilità in modo da rispondere ai nuovi bisogni in modo flessibile, efficace e sicuro. Lo studio affronta il tema analizzando le tendenze sociali e le nuove tecnologie (in particolare le tecnologie ICT) che permettono di ottenere una mobilità più sostenibile, in piena e totale integrazione con i processi che tendono a rendere la città più “fruibile” dai cittadini, più “amichevole”, più “intelligente”: una mobilità intelligente in una città intelligente, “Smart Mobility in Smart City”.

67^ Conferenza del Traffico e della Circolazione

“Niente Smart City senza Smart Mobility”

Roma, 28 novembre 2012 – Non può esistere una smart city senza smart mobility. Da questo, semplice, ma incontrovertibile, assioma ha preso il via la 67a Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata, per la prima volta a Roma, dall’Automobile Club d’Italia, con la partecipazione di oltre venti relatori e 350 rappresentanti della filiera pubblica e privata dalla mobilità italiana ed internazionale.
Il lavori della Conferenza – la cui base scientifica è stata fornita dallo studio Smart Mobility in Smart Cities, realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI – sono stati aperti dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo.

Leggi lo studio

L’automobile del terzo millennio

Fra tutti, uno dei più colpiti è stato quello dell’automobile, in cui gli aspetti tipici della crisi si sono intrecciati con un radicale mutamento delle preferenze dei consumatori, sempre più attenti ad una rinnovata cultura della sostenibilità nel triplice significato di sostenibilità economica (accessibilità), ambientale e difesa della vita (sicurezza stradale). Soltanto in un anno è cambiato il volto dell’industria automobilistica, cessioni e fusioni hanno creato nuovi colossi più attenti ai temi della ricerca su motori sempre più ecologici. Per altro verso, anche in funzione del protocollo di Kyoto, in molti Paesi sono cambiate le regole. Gli oneri fiscali sull’auto si spostano dalla proprietà al consumo, nelle città aumentano le zone a traffico limitato e le aree pedonali, si rinnovano gli incentivi al trasporto collettivo.

L’ultimo barile

Sotto questo aspetto il settore trasporto ha con le fonti non rinnovabili un rapporto di dipendenza ancora più stretto. Se altri comparti economici e industriali soddisfano la loro domanda energetica attraverso una seppur limitato ricorso alle fonti rinnovabili, in questo settore, infatti, il 98% dell’energia utilizzata deriva dal petrolio. Nei trasporti la mancanza di un’alternativa immediata appare ancora più critica.

La strada per Kyoto

La combustione di tanto petrolio, gas e carbone, ha innalzato vertiginosamente il livello di emissioni di CO2 in atmosfera. I grandi della terra hanno adottato, pertanto, un protocollo vincolante con cui si sono impegnati a tenere sotto controllo il livello di emissioni di CO2, in diversi comparti energetici e industriali. C’è un grande assente: il settore trasporti.

Centro Storico: “museo ghetto o motore di sviluppo?”

La problematica convivenza tra le esigenze di mobilità di un’intera comunità urbana e la connotazione del suo centro storico rappresentano uno dei più rilevanti effetti indotti dalla trasformazione delle funzioni urbane conseguenti ai cambiamenti economici e sociali, a dispetto di una forma rimasta pressoché immutata. I centri storici delle città rappresentano pertanto il centro di una mobilità che rischia di essere sempre più congestionata. Gli effetti si sentono in termini di tempi di percorrenza, inquinamento acustico e ambientale.

La crisi petrolifera del 2000

Lo studio affronta la crisi petrolifera avvenuta negli anni 2000 per effetto delle contrazioni dell’offerta di greggio determinate dal cartello posto in essere dai produttori OPEC.