La mobilità locale, considerata nei suoi orizzonti urbani ed extraurbani, sta attraversando un’importante evoluzione, che vede emergere nuovi servizi e sistemi di spostamento sempre più integrati e interconnessi. L’adozione di un nuovo approccio alla mobilità ha sicuramente contribuito a caratterizzare questo processo; un approccio sempre più imperniato su una nuova visione ecologica del sistema degli spostamenti, teso, negli intenti, a rispondere in maniera sostenibile alle esigenze degli utenti.
Il cambiamento in atto è apparso ancora più evidente nel corso dell’emergenza sanitaria che, purtroppo, non può dirsi ancora completamente superata. Le repentine variazioni della domanda di mobilità, diretta conseguenza dei provvedimenti emergenziali di restrizione agli spostamenti, hanno messo duramente alla prova sistemi, come il trasporto pubblico locale, caratterizzati da orizzonti di programmazione decisamente rigidi. Nel contesto emergenziale che stiamo attraversando, la mobilità individuale si è, pertanto, nuovamente confermata come un fattore imprescindibile per far fronte alle esigenze di spostamento quotidiane.
Nuovi servizi si sono affacciati in un mercato, quello della mobilità innovativa, che da diversi anni cerca una propria identità nel territorio di confine tra il mondo dei servizi della società dell’informazione (informatica e telecomunicazione), improntati a logiche di accessibilità e libero mercato, e i servizi di trasporto pubblico, caratterizzati, al contrario, da regolazioni stringenti, orientate al perseguimento di interessi pubblici di rilevante importanza per la collettività.
Lo studio illustra in modo sintetico l’evoluzione, negli ultimi anni, del fenomeno, a livello europeo e nazionale, per poi concentrare l’attenzione sul territorio della Capitale con tutte le sue peculiarità ed esigenze specifiche, evidenziando temi e spunti di riflessione che possano contribuire alla maturazione di politiche sempre più sostenibili di mobilità locale.
Nella prima parte, viene tracciato il quadro complessivo dell’offerta e della domanda di sharing mobility in ambito nazionale, con uno sguardo alla cornice europea, attraverso la presentazione dei dati relativi: da un lato, alla quantità e tipologia di servizi attivi sul territorio, dimensione e qualità delle flotte di veicoli impiegati; dall’altro, al numero di noleggi e caratteristiche tipiche di utilizzo. A seguire, lo studio, si focalizza sugli scenari tipici di utilizzo della mobilità in sharing nel territorio della Capitale, per tentare di comprendere come, e quanto, questi servizi siano realmente utilizzati dai cittadini.
La seconda parte dello studio si concentra sull’analisi del quadro regolatorio dei servizi di sharing mobility, la cui definizione continua a rappresentare una sfida ormai ineludibile per il Legislatore nazionale e locale.
La raccolta dei dati utilizzati e la loro corretta interpretazione ha rappresentato, anche in questa occasione, una sfida, poiché il monitoraggio dei servizi di sharing mobility, secondo modalità strutturate ed estese, è attività recente che si è consolidata, in particolare, in occasione della rapida diffusione di servizi di micromobilità. Non esiste, pertanto, una serie storica consistente riferita alle dinamiche dei servizi di sharing. Per questo motivo, i dati acquisiti, in particolare grazie alla collaborazione di Roma Capitale e di alcuni operatori del settore, sono largamente riferiti alle annualità 2020 e 2021 e sono, pertanto, fortemente influenzati dalle conseguenze, dirette e indirette, dell’emergenza sanitaria ancora parzialmente in atto. Molte delle analisi e delle conclusioni a cui l’esame dei dati può far approdare oggi dovranno essere oggetto di riesame nel corso dei prossimi anni.
Guardando al futuro, è forse questa una delle occasioni più importanti per fare tesoro della difficile esperienza vissuta e per raccogliere, ove possibile, anche qualche prezioso insegnamento da tenere in considerazione in un nuovo modello di pianificazione dei trasporti urbani. Per sviluppare un ragionamento su questi temi, la Fondazione ha realizzato un approfondimento analitico e dettagliato sugli spostamenti urbani, alla luce delle più recenti novità legate all’improvvisa accelerazione della diffusione dello smart working, una novità tutt’altro che banale nella dinamica degli spostamenti urbani, che, se opportunamente gestita e veicolata, può giocare un ruolo fondamentale nella riduzione della congestione e dell’inquinamento urbano.
Al fine di inquadrare la tematica nel più complesso ragionamento della pianificazione urbana dei trasporti, lo studio prende le mosse dell’analisi delle caratteristiche della mobilità pre-Covid-19, con un focus specifico sulle criticità della mobilità urbana (congestione, inquinamento, incidentalità stradale, esclusione sociale). Sono poi analizzate le evidenze scaturite dal periodo di lockdown e dal monitoraggio degli spostamenti e della loro composizione modale nella fase successiva di ripresa della circolazione e nella attuale, ancora contrassegnata da misure emergenziali. Su questa base si è in un secondo momento provato a comprendere quale scenario ci attenda in termini di evoluzione degli spostamenti per entità e tipologia.
Lo studio si propone quindi di analizzare le possibili linee di sviluppo legate alle caratteristiche della mobilità urbana delle principali città italiane, prefigurando l’evoluzione tendenziale degli spostamenti, del parco auto, dell’offerta di trasporto pubblico e privato e degli effetti connessi. Formulando delle ipotesi di scenario, si cercherà, in particolare, di valutare gli effetti derivanti dalla possibile adozione di un insieme di misure, tra cui: una nuova organizzazione del lavoro e dei servizi (telelavoro, lavoro agile e altre forme flessibili); lo sviluppo di un sistema di trasporto pubblico più efficace, (monitoraggio in tempo reale della domanda, regolazione del flusso passeggeri, attraverso sistemi di infomobility dedicati agli utenti, prenotazioni e pagamento biglietti on-line); interventi sulle infrastrutture; interventi sul parco circolante pubblico e privato.
Il presente Paper, a valle di un’attenta analisi descrittiva dei flussi, della loro tipologia, direzione e intensità, dei mezzi utilizzati negli spostamenti, dell’offerta di Trasporto Pubblico Locale nelle 12 città più popolose d’Italia (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma Capitale, Torino, Venezia e Verona) e della domanda di servizio espressa dai residenti e dai pendolari, mira a concentrare l’attenzione principalmente sugli aspetti critici finanziari e di investimento. Il dettaglio degli sforzi finanziari compiuti dalle grandi città, insieme ad un censimento delle risorse ordinarie ed addizionali a disposizione per una riforma del TPL sono, infatti, elementi necessari per comprendere le criticità nell’erogazione del servizio ed identificarne i possibili correttivi, fino all’individuazione delle azioni da intraprendere in favore di una mobilità urbana integrata a misura di cittadino. La precarietà dei tempi delle decisioni politiche, l’instabilità del quadro finanziario e regolamentare, la sovrapposizione e parcellizzazione delle funzioni istituzionali, la sclerotizzazione del sistema delle competenze ha restituito un settore, quello del TPL, a velocità variabile. Un settore “di mercato competitivo” in alcuni contesti territoriali, tanto da essere particolarmente appetibile per alcuni grandi player; un settore “fortemente sussidiato” in altri contesti territoriali così da apparire ormai come un ambito di intervento pubblico assistito e senza ritorno.
Intervista a Stefano Bonora, Direttore di BUSITALIA Spa e ATAF Spa
La mobilità urbana è uno dei temi prioritari della politica dei trasporti. Oltre il 70% dei cittadini europei vive e si sposta in aree cittadine in continua trasformazione ed i fenomeni di urbanizzazione, specie nelle zone povere del pianeta, si stanno intensificando.
Investire sulla mobilità urbana significa migliorare la qualità della vita nelle nostre città. Per questo motivo, la Fondazione Caracciolo, partendo dall’osservazione delle città in “movimento” e dalla lettura delle criticità, intende contribuire all’individuazione di efficaci proposte per migliorare la capacità di muoversi, tenendo in debita considerazione gli strumenti finanziari e di governo locali necessari per dare forma alle diverse idee.
Quella che presentiamo oggi è la prima di una serie di interviste ad importanti stakeholder della mobilità urbana pubblica e privata.
Un’anteprima di un significativo lavoro di ricognizione e analisi sul mondo della mobilità urbana in via di pubblicazione.
Il numero dei viaggiatori e la quantità delle merci trasportate sono in crescita in tutto il mondo; l’International Transport Forum (OECD) prevede che il traffico globale, tra il 2000 e il 2050, aumenti di tre o quattro volte. In questo quadro, le città stanno affrontando sfide difficili: già oggi si concentra nelle realtà urbane una larga parte della popolazione e della produzione, con le ovvie conseguenze negative su tutti gli indicatori del sistema dei trasporti (congestione, sicurezza, inquinamento, costi; la sola congestione costa l’1% del Pil nelle economie sviluppate e il 2-5% in quelle in via di sviluppo).
La situazione delle città italiane non è molto diversa: il 70 % degli spostamenti di ogni giorno è lungo meno di 10 km e il 50% avviene all’interno dei comuni. Inoltre, il 70 % degli incidenti avviene in ambito urbano e lì si verifica gran parte dei problemi di congestione e di superamento delle soglie di qualità dell’aria
L’approccio alla soluzione dei nuovi problemi deve quindi essere innovativo: non si può rispondere alle nuove esigenze con la sola “politica dell’offerta di infrastrutture tradizionali”; occorre invece ripensare la mobilità in modo da rispondere ai nuovi bisogni in modo flessibile, efficace e sicuro. Lo studio affronta il tema analizzando le tendenze sociali e le nuove tecnologie (in particolare le tecnologie ICT) che permettono di ottenere una mobilità più sostenibile, in piena e totale integrazione con i processi che tendono a rendere la città più “fruibile” dai cittadini, più “amichevole”, più “intelligente”: una mobilità intelligente in una città intelligente, “Smart Mobility in Smart City”.
In Italia, oltre il 70% della mobilità si concentra in ambito urbano. Le città al tempo stesso sembrano impreparate a rispondere ad una domanda di mobilità in continuo divenire.
Ai decisori pubblici è affidato il compito di offrire agli utenti valide soluzioni di trasporto, attraverso una razionalizzazione dell’uso del territorio, in cui la pianificazione urbanistica tenga conto delle esigenze di mobilità dei cittadini.