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TPL: vie per una mobilità urbana a misura di cittadino

Il presente Paper, a valle di un’attenta analisi descrittiva dei flussi, della loro tipologia, direzione e intensità, dei mezzi utilizzati negli spostamenti, dell’offerta di Trasporto Pubblico Locale nelle 12 città più popolose d’Italia (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma Capitale, Torino, Venezia e Verona) e della domanda di servizio espressa dai residenti e dai pendolari, mira a concentrare l’attenzione principalmente sugli aspetti critici finanziari e di investimento. Il dettaglio degli sforzi finanziari compiuti dalle grandi città, insieme ad un censimento delle risorse ordinarie ed addizionali a disposizione per una riforma del TPL sono, infatti, elementi necessari per comprendere le criticità nell’erogazione del servizio ed identificarne i possibili correttivi, fino all’individuazione delle azioni da intraprendere in favore di una mobilità urbana integrata a misura di cittadino. La precarietà dei tempi delle decisioni politiche, l’instabilità del quadro finanziario e regolamentare, la sovrapposizione e parcellizzazione delle funzioni istituzionali, la sclerotizzazione del sistema delle competenze ha restituito un settore, quello del TPL, a velocità variabile. Un settore “di mercato competitivo” in alcuni contesti territoriali, tanto da essere particolarmente appetibile per alcuni grandi player; un settore “fortemente sussidiato” in altri contesti territoriali così da apparire ormai come un ambito di intervento pubblico assistito e senza ritorno.

Il Trasporto pubblico locale in Italia: stato, prospettive e confronti internazionali

Nel momento forse più difficile della crisi economico-finanziaria che sta interessando non soltanto l’Italia ma l’intera Europa, la Fondazione Caracciolo ha scelto di trattare uno dei temi più delicati della mobilità urbana, quello del trasporto pubblico locale.

La scelta non è stata ovviamente casuale, ma ha tenuto conto del ruolo che i servizi pubblici di trasporto possono svolgere in un momento storico in cui la ristrettezza economica delle famiglie mette a serio rischio la “libertà di muoversi”.
Muoversi con l’automobile privata sembra oggi essere un lusso dal quale sempre più persone rischiano di essere escluse. Soltanto una valida offerta di efficienti soluzioni di trasporto pubblico può garantire quella libertà di circolazione, che, in quanto funzionale alla stessa realizzazione dell’individuo, è tutelata dalla Carta Costituzionale (art. 16 Cost.).

Il trasporto Pubblico Locale in Italia

Lo spread di mobilità costa alle famiglie il triplo dell’IMU. Per muoversi in città gli italiani pagano 1.500 euro in più rispetto agli altri Paesi europei.
Giovedì 8 novembre, ACI ha presentato lo studio della Fondazione Filippo Caracciolo che evidenzia i gravi ritardi del sistema di trasporto pubblico locale nel Paese e propone 6 misure prioritarie per avvicinarci all’Europa.
Hanno partecipato al dibattito: Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Guido Improta, Sottosegretario di Stato Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Ennio Cascetta, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Filippo Caracciolo – Centro Studi ACI, Marcello Panettoni, Presidente ASSTRA – Associazione Trasporti.

Leggi lo studio

Trasporto pubblico locale

Il trasporto pubblico è parte integrante dell’offerta di mobilità delle moderne metropoli europee e di altrettanti importanti centri minori.

Tanto in periodi di crescita, quanto in fasi di crisi economica, moltissimi cittadini, sovente ob torto collo, ricorrono nei loro spostamenti quotidiani all’utilizzo di vettori del trasporto pubblico. In contesti urbani limitati nella forma, il tpl sembra il più valido strumento per rispondere alle esigenze di una rinnovata sensibilità alla mobilità sostenibile, ma il servizio pubblico deve essere un servizio di qualità.