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L’automobile del terzo millennio

Fra tutti, uno dei più colpiti è stato quello dell’automobile, in cui gli aspetti tipici della crisi si sono intrecciati con un radicale mutamento delle preferenze dei consumatori, sempre più attenti ad una rinnovata cultura della sostenibilità nel triplice significato di sostenibilità economica (accessibilità), ambientale e difesa della vita (sicurezza stradale). Soltanto in un anno è cambiato il volto dell’industria automobilistica, cessioni e fusioni hanno creato nuovi colossi più attenti ai temi della ricerca su motori sempre più ecologici. Per altro verso, anche in funzione del protocollo di Kyoto, in molti Paesi sono cambiate le regole. Gli oneri fiscali sull’auto si spostano dalla proprietà al consumo, nelle città aumentano le zone a traffico limitato e le aree pedonali, si rinnovano gli incentivi al trasporto collettivo.

Le limitazioni predisposte dalle amministrazioni comunali

Il concetto di mobilità sostenibile interpreta una nuova visione dei trasporti che, salvaguardando la mobilità dei cittadini, sappia al tempo stesso preservare le città, evitare la congestione, favorire forme di mobilità sostenibile come il trasporto pubblico.

Tanto a livello di grandi Comuni, quanto di piccole realtà, le nostre città negli ultimi anni, si sono progressivamente riempite di zone a traffico limitato, di aree pedonale, di stalli di sosta a pagamento. La mobilità urbana è diventata un percorso ad ostacoli, in cui sembra sia mancato il ruolo della programmazione a monte a vantaggio di politiche emergenziali, spesso incapaci di affrontare i problemi di congestione e inquinamento in modo risolutivo.